Presentazione di ACeA ODV

Presentazione di ACeA ODV

4 marzo 2023 Villachiaviche

Mi chiamo Salvatore, sono il segretario di ACeA.

Questa sera, dopo la toccante testimonianza di Silvia che ha ripercorso la sua vita con Roberto, voglio presentarvi l’associazione ACeA nata e cresciuta con Silvia e Roberto.

La nascita di ACeA


ACeA nasce 18 anni fa dall’incontro tra i sanitari della Medicina Riabilitativa di Cesena e un gruppo di volontari che hanno avuto in Anna e Romana Moretti il primo riferimento.


L’esigenza espressa era quella di fare nascere un’associazione di volontari che potesse raccogliere e dare voce ai bisogni di persone che avevano subito una grave lesione cerebrale e ai loro famigliari.


Nel momento del passaggio dall’ospedale al ritorno a casa, i famigliari di una persona con lesione cerebrale non sono in grado di affrontare da soli una situazione così imprevista e complessa, né è facile per loro chiedere aiuto.


L’obiettivo condiviso fin da subito fu quello di creare un luogo e un tempo capace di accogliere le fatiche, le sofferenze di chi aveva subito una malattia gravemente invalidante e riunirsi insieme per sostenere la volontà di ricominciare a vivere quel progetto di vita che quella stessa malattia aveva improvvisamente interrotto.


Anna e Romana riferirono la novità ad un gruppo di volontari che si resero subito disponibili. Così il 6 aprile del 2005, 8 volontari insieme ad alcune famiglie, fra cui quella di Roberto e Silvia, costituirono l’Associazione Cerebrolesioni Acquisite, di cui Silvia è stata la prima Presidente.


L’anno successivo fu dedicato alla formazione dei volontari. Terminato il corso venne assegnato ad ogni volontario una famiglia.

Il volontario si assumeva l’impegno di fare una visita settimanale alla famiglia e riceveva il mandato di dedicare molto tempo all’ascolto sia del malato che dei famigliari per evitare il loro isolamento e di accompagnarli nella costruzione di nuovi rapporti famigliari e in percorsi di re-inclusione sociale.

Compito impegnativo quello del volontario di ACeA, ma anche occasione di crescita personale.

Oggi i volontari sono affiancati dai familiari/volontari e da diversi collaboratori. Dal 2015 l’associazione offre alle famiglie dei percorsi di Family Care che consiste nell’intervento, dentro il contesto familiare, di un operatore delle relazioni (psicologo) e di un supervisore (psicologo), che ne analizzano la situazione e propongono gli obiettivi da raggiungere concordati e condivisi con la famiglia e l’assistente sociale, mettendo così in rete tutta la famiglia, affinché la persona con disabilità acquisisca maggiore autonomia e la famiglia una migliore qualità di vita.


Punto focale è il laboratorio ManualMente, guidato da una psicologa. Tutte le persone presenti sono coinvolte alla pari e contribuiscono ad affrontare temi scelti attraverso attività manuali, letture, visione di film, ma anche riflessioni ed incontri con persone invitate al laboratorio.

Ultimamente abbiamo affrontato il tema dell’alimentazione con una docente esperta di nutrizione e abbiamo ascoltato un atleta esperto di sfide).

Si fanno anche uscite di tipo culturale e di svago. In questo ambiente nasce il sostegno alle persone che hanno avuto una cerebrolesione ed alle loro famiglie.

Negli ultimi anni abbiamo lavorato su progetti specifici. Siamo partiti dall’idea che l’arte sia un toccasana per il cervello e sia una modalità per comunicare valori ed emozioni.

Siamo partiti con la pittura, in collaborazione con i pittori della Pescheria Vecchia di Savignano. poi siamo andati avanti con Roberto Mercadini con “Linguaggio Memoria e Poesia” presentando i risultati dei nostri progetti durante la “Settimana del cervello” che è una iniziativa internazionale che vuole sensibilizzare la popolazione sui progressi nell’ambito della ricerca sul cervello sia a livello clinico che sociale.

Per due anni i nostri progetti sono stati accettati e presentati al pubblico.

Neppure durante il lockdown ci siamo persi d’animo, infatti abbiamo continuato le nostre riflessioni on line.

L’attività è poi ripresa in presenza, abbiamo implementato la collaborazione con la coop. CILS di Cesena. Voglio ricordare l’iniziativa “Scrivere fa rima con ridere” una raccolta di poesie e disegni dove PAROLE E COLORI si coniugano fra loro, scrittura e pittura hanno permesso ai partecipanti di trovare nell’arte un’occasione di inclusione e socializzazione.

Ne è venuto fuori prima un libretto di poesie illustrato con i disegni dei partecipanti e poi un filmato presentato a giugno del 2022 nell’aula magna della biblioteca Malatestiana di Cesena.


Ma non ci siamo fermati ed in autunno siamo ripartiti con un progetto di laboratorio di Movimento danzato che ha coinvolto tutti i nostri assistiti in musiche e danze per tutti i gusti. L’esibizione finale, poco prima di Natale, è stato un vero successo.


Abbiamo proposto questo laboratorio alla Rete Abilità Diverse ed insieme l’abbiamo inserito in un programma che coinvolgerà, se sarà approvato dalla regione Emilia Romagna, tutte le associazioni della RETE.


La Rete Abilità Diverse, a cui aderiamo fin dalla nostra nascita, è una rete di Associazioni del territorio cesenate impegnate nella disabilità.

Lavorare in rete aiuta a trovare risposte ai bisogni comuni, ad esempio lavoriamo sulla accessibilità per eliminare ogni tipo di barriera: architettonica, sensoriale, relazionale e culturale e lavoriamo insieme ai Servizi sociali affinché la persona con disabilità possa vivere come desidera realizzando un proprio progetto di vita.

Tutto questo che ho cercato di illustrare è ACeA e in tutto questo Roberto e Silvia sono stati sempre presenti e noi vogliamo testimoniare, questa sera, la nostra riconoscenza.


Voglio concludere con un aneddoto che mi lega a Roberto e Silvia. Premetto che mia moglie Sonia ed io siamo rimasti colpiti da questo episodio ed entrambi, quando nel laboratorio di ACeA abbiamo deciso di scrivere un pensiero, un fatto o qualsiasi altra cosa su Roberto, tutti e due abbiamo ricordato lo stesso fatto.


Alcuni anni fa dopo la consueta “castagnata” che tutti gli anni ACeA organizzava in autunno nell’appennino cesenate, ci fermammo a pranzare in una tipica trattoria appenninica.

Dopo il pranzo, abbiamo offerto a Roberto un bicchierino di grappa che lui ha gradito moltissimo, e dopo aver svuotato il bicchierino, Roberto ha “sparato un sorriso” che ha aperto il cuore di tutti quelli che gli erano vicini. Poi ha cercato Silvia e quando gli sguardi si sono incrociati, vi è stata una grande complicità ed un’intesa profonda. In quel momento era Silvia che riceveva forza, affetto ed amore.

Da quel momento non ho più pensato che una persona in condizione di grave disabilità come Roberto “era meglio se moriva”, non l’ho più pensato né per Roberto né per nessun altro.

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